giovedì 3 giugno 1993

Per la Gloria di Sebat

Anno 2043, nella tranquillità d'una casa signorile italiana, un uomo di colore è seduto davanti al suo Computer, e, parlando nel suo dittafono, scrive una pagina di un suo diario. Accanto a lui, sulla scrivania, un antico Compat Disc risalente, evidentemente, all'ultimo decennio del secolo scorso. E' quello dei Farafina, un portentoso gruppo di percussionisti del Burkina Faso. Ogni tanto, da una stanza in fondo al corridoio, si alza una voce che lo chiama e allora il nostro uomo lascia il dittafono e si precipita via. Ma poi, dopo qualche minuto, ritorna e ricomincia a scrivere.


10 giugno 2043

Da qualche giorno il Dottore si è ripreso, e finalmente ho qualche momento di pausa che utilizzo per continuare questo mio diario. E’ stato molto male, e temo che nonostante l'ultimo trapianto di rene ormai i suoi giorni siano alla fine. In fondo è un brav'uomo, e anche se non è illuminato, io spero che Allah, che è grande e misericordioso, voglia accoglierlo nel giardino dei beati. Spesso mi sorprendo a pregare, di nascosto, per lui. Una volta mi sono confidato con il nostro imam, nel corso di una riunione nei sotterranei, e anche l'imam mi ha confermato che la Misericordia di Allah è infinita. Ma se il Dottore lo sapesse, sono certo che si arrabbierebbe moltissimo. Da qualche tempo, infatti, forse perché‚ sente avvicinarsi la fine, ha aumentato la sua devozione Sebatista. Ormai i suoi cicli di litanie sono tre al giorno, il numero proprio del Perfetto, e rimane impegnato a volte per sette o otto ore consecutive. “Perché‚ non diventi anche tu un Sebatista?” mi ha chiesto proprio ieri. Credo di non avergli risposto, o comunque di essere stato vago: non vorrei deluderlo in maniera eccessiva. E l'altro giorno, guardando un documentario sulla Guerra del Polo mi ha confidato che sente prossima la sua fine e la sua reincarnazione in un pinguino. In tutta fretta ha quindi chiamato Marian, la sacerdotessa Sebatista del quartiere, e Marian, dopo avergli a lungo letto la mano, e dopo aver per ben tre volte distribuito le carte sul tavolo ha confermato che sì, era possibile: forse si sarebbe reincarnato in un pinguino. “Forse nella tua vita sei stato troppo ardente, fratello?” gli ha chiesto Marian. E al Dottore che timidamente rispondeva che forse sì, in effetti, talvolta si era anche lasciato trasportare, Marian ha confermato che talvolta Sebat si serve di reincarnazioni di contrappasso, giusto per riequilibrare l'Umore del Cosmo. In ogni caso, ha proseguito Marian, è solo un passaggio: con tre serie di litanie al giorno la Perfezione futura è assicurata.
Il Dottore pareva molto sollevato, dopo quell'incontro, e penso che in parte dipenda da esso il suo ritrovato stato di salute. Oggi poi si sente davvero in forma: già per tre volte mi ha chiesto se è arrivato al computer il nuovo Catalogo...Ma sento che mi chiama, devo andare.

11 giugno 2043

La sua salute è ancora migliorata, tant' è che oggi si è alzato col proposito di arrivare alla quarta serie di litanie. Circostanza, questa, che gli farebbe acquisire il diritto di scegliersi in parte la prossima reincarnazione. Adesso desidererebbe diventare un bisonte delle praterie. (Ritengo che ieri abbia visto un film western del secolo scorso). Nei momenti di intervallo, tra una litania e l'altra, continua a chiedermi del Catalogo: questo mese sembra in ritardo. Nel complesso comunque, grazie alla sua devozione, ho più tempo per me.
Il mese scorso mi è capitato tra le mani un vecchio disco di un gruppo del Burkina Faso, certi Farafina e ho impiegato molto tempo per cercare di trasferirlo con risultati soddisfacenti nella memoria del computer del Dottore. E' un disco di sole (o quasi) percussioni, e mi è sembrato di livello decisamente superiore. Ho consultato qualche banca dati musicale, ma non ho avuto molte informazioni.
Questi Farafina avevano precedentemente inciso un paio di dischi, uno da soli e un altro in collaborazione con Hassel. Poi, nel '93, erano stati messi sotto contratto dall'etichetta di Peter Gabriel.
La Banca dati ricorda che questi era anticamente il cantante di un gruppo chiamato Genesis ma poi, a metà del decennio '70, si mise in proprio. E alla fine del decennio ancora successivo, divenuto un
appassionato di musiche etniche e popolari, realizzò un'etichetta allo scopo di produrre gruppi e suoni poco conosciuti, tra cui i Farafina.
Ecco, ogni qual volta mi capita di ascoltare un disco del genere, non posso fare a meno di chiedermi se i miei nonni lo ascoltassero. Ammesso poi, che avessero tempo per ascoltare musica. Mi piacerebbe conoscere il luogo d'origine della mia famiglia. Da dove venivano? La mia analisi genetica non scioglie il dubbio: il responso è molto incerto, segno che la mia mappa risulta essere la commistione di numerosi ceppi. Chi erano i miei nonni e i miei genitori? Perché mi hanno abbandonato all' orfanotrofio? Cosa facevano? Forse erano solo dei poveri disgraziati, costretti a vivere di espedienti, in baracche di fortune che s'incendiavano regolarmente una settimana sì e l'altra no? Un giorno il Dottore mi ha detto che sono stato molto fortunato a capitare con uno come lui. Forse non ha tutti i torti. In fondo non mi ha mai messo le mani addosso, e solo Allah (che è
grande) solo sa a quanti ragazzi è capitato. Inoltre non mi ha mai adibito a mansioni troppo gravose, e solo quando s'arrabbiava (cosa che avveniva in verità di rado) minacciava di ritirarmi il nulla osta alla permanenza e di rispedirmi da qualche parte in Africa. Ricordo ancora, quando s'arrabbiava, come diveniva rosso in volto. “Ti faccio rispedire in Africa! - urlava - Lo sai quanti sarebbero disposti a venire a lavorare molto più duramente di te per un pezzo di pane? Lo sai, Bongo? (quando s'arrabbiava mi chiamava così) Lo sai, vero?” Certo che lo sapevo. Migliaia, addirittura milioni di persone dal Senegal e dall'India, dal Pakistan e dal Congo, se solo potessero venire qui, magari a lavorare per cinquant'anni nella più profonda delle miniere, si precipiterebbero di corsa. Dev'esser brutta la fame. Ma il Dottore chiama ancora, ormai il Catalogo è diventata un'ossessione.

12 giugno 2043

Il disco dei Farafina. Mi pare proprio che si tratti di un capolavoro. Ma sono io a giudicarlo così, magari in virtù di un qualche legame di sangue inconscio? Eppure no, credo che lo sia oggettivamente. Quasi solo percussioni, a parte qualche inserto vocale o di flauto. Eppure non si sente la mancanza di nulla: quelle percussioni, da sole, valgono un'orchestra. E così già il secolo scorso l'Africa era in grado di produrre opere d'arte del genere. Strano, leggendo i libri di storia si ha quasi la sensazione che in quel periodo l'Africa sia stato solo un Continente mosso dalla necessità di riempire lo stomaco. Ma forse i nostri storici attuali non sono troppo informati.

13 giugno 2043

Oggi finalmente è arrivato il Catalogo. Il Dottore mi ha chiesto di portargli di là lo schermo del Computer per guardarlo meglio, e si è così interessato che oggi si è limitato a due serie. E' strano pensare che solo qualche decennio fa il Catalogo era una cosa quasi proibita. “E' stata una lunga battaglia” mi raccontò una volta il Dottore. Una battaglia vinta per aiutare migliaia di povere ragazze del quarto mondo condannate ad una vita in fabbriche mortali. “Una lunga battaglia” mi ha ripetuto oggi guardando il catalogo. Un' immagine più delle altre lo attirava, era una ragazza cambogiana di sedici anni. Non riusciva a distinguere le scritte. “Quanto costa?” mi ha chiesto. Non era nemmeno troppo cara, la scheda riportava una lieve imprecisione nell'andatura. Tutto sommato era un affare: la sua famiglia si accontentava di un prezzo piuttosto basso pur di farla volare in Europa. Ho cercato di dissuadere il Dottore: alla sua età rischierebbe di compromettere il cuore. Tra l'altro ha già effettuato tre trapianti, e i rovesci finanziari oggi non gli permetterebbero che un cuore di seconda scelta, magari di un uomo già in là con gli anni. “Pensi alle preghiere” l'ho invitato. Il Dottore ha sospirato, e riusciva a stento a staccare gli occhi dallo schermo. Ma poi s' è lasciato convincere, e ha ripreso le sue litanie.
Non disdegnerebbe di diventare un koala.

14 giugno 2043

Il Dottore ha trascorso l'intera giornata a pregare. Ormai nessuno più lo viene a visitare, da quando ebbe le sue piccole traversie politiche. Eppure da giovane era un uomo molto ricercato ma il Dottore è un filosofo, non recrimina sulle sue sventure. “Vedi - mi disse una volta - io credo che questo nostro mondo oggi sia migliore. Sì, lo credo proprio. I tuoi genitori chissà chi erano, magari sono morti di mala morte, mentre tu, invece...Sì, il mondo è migliorato”. E questi pensieri pare che lo consolino non poco. In fondo È un buon uomo. E poi c'è la sua fede, non la condivido ma lui ne è infervorato. Oggi pomeriggio per l'ennesima volta ha cercato di parlarmene. “Perché‚ non ti converti? - mi ha chiesto - Magari potresti reincarnarti biondo e con gli occhi azzurri.”

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