lunedì 7 febbraio 2011

L'ultima bottiglia

«Ne è rimasta ancora, di quella lasagna?».
«Sì una teglia. Ma hai ancora fame? Abbiamo appena finito il gelato.».
«Portala, portala, prima dell’amaro ci sta benissimo.»
«Non so se è il caso, è l’ultima: poi non ne resterà più niente per chi arriva più tardi.».
«S’arrangeranno, ne cucineranno un’altra.».
«E come? La pasta è finita, e mancano anche molti altri ingredienti.».
«Vuol dire che mangeranno qualcos’altro. Non di sola lasagna vive l’uomo. Dai, portala.».
«Non mi sembra giusto, dovremmo pensare a quelli che vengono dopo.».
«Sono in grado di pensarci da soli, hanno tutto il tempo per farlo. Ma, prima dell’amaro, ora che ci penso, c’è ancora un po’ di vino?»
«Una bottiglia, solo una.».
«Ce la faremo bastare.».
«Così rimarranno anche senza vino!».
«Berranno birra, si vive anche senza vino.».
«Si vive, sì, ma si vive peggio».
«Inventeranno qualcosa, s’arrangeranno, sono giovani.».
«Non dovremmo fare così, non possiamo finire tutto».
«E perché no? È roba nostra, in fondo.».
«A dire il vero molte cose le abbiamo trovate quando siamo arrivati qui.».
«Appunto: ora sono nostre.».
«Certo, ma forse potremmo anche noi lasciare qualcosa a chi sta per arrivare.».
«Ci manca solo questo. Già prendo una miseria di stipendio, almeno mi tolgo qualche soddisfazione.».
«Sarà un miseria, ma lo stipendio ce l’hai, così come la pensione assicurata. ».
«E allora? Ho rubato, forse?».
«No, ma questi che stanno per arrivare nemmeno  sanno cosa sia uno stipendio, e  la pensione forse non l’avranno proprio, neanche a 75 anni.».
«Con tutti i problemi che ho io, non è certo il caso di affliggermi con quelli degli altri. E poi, hanno vent’anni, trent’anni, beati loro. Sai cosa darei, io, per poter avere quell’età? E dovrei compatirli? E dovrei rattristarmi per loro? Ma figurati! Buona questa lasagna, peccato che sia finita. Non trovi che faccia un po’ freddo? Aumenta un po’ il riscaldamento.».
«Ci credo che hai freddo , con le finestre spalancate.».
«Non mi piace l’aria viziata. Per piacere, alza la temperatura.».
«Mi sembra uno spreco, e non saremo noi che pagheremo la bolletta.».
«E allora? Devo morire di freddo?».
«Ma se accostassimo le finestre?»
«E poi morire soffocato?».
«Esageri sempre. Non possiamo esaurire il combustibile solo perché hai paura di morire soffocato».
«Come? Sta finendo il carburante?».
«Temo di sì, non ne rimane più per molto, ormai.».
«E che fine ha fatto?».
«L’abbiamo consumato.».
«Ma ne rimarrà fino a che resteremo qua?».
«Sì, forse. Ma poco oltre.».
«Questo è l’importante. Dai, alza la temperatura, sto morendo di freddo.».
«Così finirà prima e non ne resterà nulla…».
«E le lasagne sono finite, e il vino è finito, e il carburante sta per finire. Per non parlare di tutto quello che è terminato prima. E come mai? Un tempo, di questa roba, ce n’era in abbondanza. Te lo dico io cosa è successo: sono stati i cinesi del piano di sotto. Prima che arrivassero avevamo di tutto.».
«I cinesi del piano di sotto? Ma se campano con una ciotola di riso a testa , e d’inverno sigillano le finestre e  vanno in giro  in casa vestiti come dei babbi Natale!».
«Sono stati i cinesi, te lo dico io. E ora alza un po’ la temperatura, l’aria che viene da fuori stasera è fredda e rischio di ammalarmi.  Comincio ad avere un’età.».

Pubblicato sul numero 103 di Ucuntu

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