lunedì 15 febbraio 1993

La ballata del Ragioniere

Questa filastrocca fu scritta per i Siciliani nel febbraio del 1993, quando i partiti della I Repubblica si sgretolavano nell'era di Mani Pulite e quotidianamente nascevano nuovi movimenti politici. Non era diffile immaginare che, all'interno di questi nuovi movimenti, avrebbero finito per prendere il sopravvento coloro che avevano fatto strada negli anni precedenti. Forza Italia sarebbe nata un anno dopo.

1
Diva, perché mai i ragionier non canti?
Solo morti in gloriosi accadimenti
tu stimi e di virtuosa luce ammanti:
eroi, guerrieri, persone eminenti.
Dimmi allor, chi il mondo manda avanti,
gli illustri morti o vive e piatte genti?
Da te ignorata, per gli altri val niente,
tal è del ragionier vita dolente.
2
Musa antipatica assai e silenziosa:
d' eroismi ignoti si nutre ogni vita,
persin d' un ragionier. E se sdegnosa
tu sei, sarà a me condur la partita,
mostrar come qualmente esser curiosa
può la canzon da te così impedita.
Narrar andrò colui che nulla vale
ché‚ di sua vita a niuno gliene cale.
3
Schiva gli spassi, da donne è schivato,
un uom tranquillo, una casa modesta.
Ama il lavoro, ma non ricambiato,
mai tu l' immagini a levar protesta.
Non ha ambizioni, s' inchina al suo fato
un solo dogma: tener vita onesta.
Così durò per quasi quarant' anni,
per sua colpa nessun pianse danni.
4
Ma giunto ormai nel mezzo del cammino
nel far la barba si guardò allo specchio:
ben ricorda quand' era ragazzino
ma vede il volto suo diventar vecchio.
Fece tardi in ufficio quel mattino
e l'immondizia si scordò nel secchio.
Evase pratiche, controllò un rientro
eppur qualcosa gli gemeva dentro.
5
E per quanto forzasse l'attenzione,
lo sguardo suo fuggiva le fatture:
solo pel muro provava attrazione.
Severo il capo: “L'influenza ha pure?”
chiese irritato da sua distrazione.
“No” rispose ingoiando congetture,
ed una scusa s'inventò di getto
che del suo capo placasse il sospetto.
6
“Così non va, ragionier, così spreca
tempo, denaro e pur l'intelligenza!
Mi dica, ha visto già quell'ipoteca?”
“Ancor no”.”Ragionier, la mia pazienza
è lieve. Qui non siamo in discoteca!
Vuol lavorare o vuol beneficenza?
Se di più non sa far, al bar giù scenda,
sforzi il cervello ed un caffè mi prenda!”
7
Il siberian anticiclone arreso
s' era ad atlantici venti piovosi
e già rombava il temporale atteso,
quando, rientrando a sera, di gravosi
turbamenti sentì lo strano peso
quel ragionier, sì che parea in ipnosi.
Sua vita vaglia e crede vagliar nulla:
cos' ha costruito da quand' era in culla?
8
Per cosa mai sarà lui ricordato
dieci minuti appresso il funerale?
(Se pur..) E chi mai avrà sua cassa a lato?
Questa è la paga per 'esser leale?
Inquieto si sentiva ed umiliato.
(Bagnato anche, a cagion del temporale)
Per risparmiare allora il suo cappotto
vide un balcon e riparò lì sotto.
9
Mentre aspettava che infine spiovesse
da un manifesto gli occhi suoi fur tratti.
Di politica non avea interesse,
anzi, stimava in fondo un poco matti
quei che credevano che ideali avesse
e non capivan ch' eran sol baratti.
Non che per ciò temesse il progresso
solo che fosse non troppo sconnesso.
10
Era il tempo del gran rinnovamento
e ognuno ovunque star saggio credeva
o, nel caso, fondar un movimento.
Proprio su ciò il manifesto verteva:
annunciava serale appuntamento
che sul moral senso farebbe leva.
(Avevano accordato lor presenza
solo onesti al ripar d'ogni sentenza).
11
Lesse e rilesse il ragionier l'avviso
finché la pioggia tregua non concesse.
Allora verso casa volse il viso
come la storna di cui a scuola lesse.
Giunto infin nel modesto paradiso
al capezzal di due patate lesse
“Così non va - disse - devo cambiare!
Oltre non voglio la vita sprecare!”
12
Già: ma a dir è facile, a far non tanto.
Da soli poi! Cimento da titani,
non da chi del diploma sol fa vanto.
Che far? Ancor rimandare a domani
sperando l'intervento pio d'un santo?
In prigione s'era messo con sue mani...
Eppure no: non stavolta. Cambiare
dovea. Mutare. Fare e rinnovare.
13
Quel manifesto...Quella gran riunione...
Se fosse? Quel che a singolo è divieto
conquistare lo può l'associazione.
Perché‚ no? In fondo a tentar non c'è veto.
Ancor tuonò quando uscì dal portone
e il marciapiede gli pareva un greto.
Ma risoluto era ormai il ragioniere:
non certo il clima lo potea tenere.
14
Si rifletteva sull' umido asfalto
il bel teatro e, falene incantate
da lampade notturne, all'assalto
movean persone serie e timorate,
riformator cortesi e senza appalto.
Incerto e timido alle gran vetrate
s'avviava il ragionier: ché‚ resistenza
spesso opponea a nuova conoscenza.
15
Ma quella sera un' aria respirava
diversa e strana. Sorrisi auguranti,
cordialità: l'un l'altro salutava
(anche se ignoto o quasi) e tutti quanti
il comun sentir affratellava.
“Che piacer! Prego, ma vada lei avanti!”
Il ragionier vinse infine l'esitare
e nel teatro entrò senza indugiare.
16
Molti eran già seduti nell'attesa
dell' intervento nobile e importante:
parlar dovea un'eccellenza mai arresa
e prevedevan discorso vibrante
che al governo lanciasse aspra contesa.
Guardò quindi la fila retrostante
il ragionier, cercando una poltrona
libera e un po' discosta in quella zona.
17
Quando una scorse rimasta ancor vuota
s'incamminò, ma “Ragionier lei pure”
da prime file udì una voce nota.
Subito gli tremaron le giunture
ché vide il capo, a suo agio in una ruota
d'eleganti person di sé‚ sicure:
illustri professori e dirigenti,
notai, avvocati insigni e presidenti.
18
Desiderò d'un tratto sprofondare
giù nell'inferno più basso e lontano,
e di vergogna si sentì avvampare
quando il capo con cenno della mano
democraticamente a presenziare
il benestar diede con far sovrano.
Con morituro incedere e depresso
s'avvicinò al dirigenzial consesso.
19
Disquisivan tra lor amabilmente
di sorti patrie con scelta eloquenza,
paventavan il deficit crescente
e delle istituzion l'obsolescenza,
l'esportazion tenean bene a mente
non trascurando sindacal vertenza,
sul quadro generale sospiravano,
per l'avvenir de’ figli s'angosciavano.
20
Eran persone assai belle a vedere:
vestiti in tinta, gesti rilassati.
Forte imbarazzo provò il ragioniere
nel dar la mano a un di quei avvocati
e nel sentir il capo “Che piacere
vederla qui tra i nostri associati.”
Sorrise timido a quell'adulazione,
ma di fuggir cercava l'occasione.
21
L'aiutò la fortuna quella volta
ché un grande applauso annunciò l'ingresso
dell'eccellenza sì famosa e colta.
Si levò in piedi esultante il congresso
e lui la gente intorno a sé raccolta
salutava garbato e senza eccesso.
“Grave è il momento - dicea turbato -
l'atteggiamento teniam moderato.”
22
E qual colui che al suo dover s'inchina
al grande palco l'eccellenza andava
tra applausi della folla a lui vicina.
Sol quando prime file attraversava
parve recuperar la parlantina:
comuni studi con lor ricordava,
mutue amicizie e simil esperienza,
facendo ritardar la conferenza.
23
Per general distrazione scordato,
il ragionier ben pensò d'arretrare,
ma sol due metri aveva conquistato
che “Ragionier” chiaro udì bisbigliare.
(Era il capo) “Sol ora ho notato..
- diceva - L'acqua mi sembra mancare!
Trovar bisogna un'acqua minerale!
Veda se ancor è aperto il bar del Viale.”
24
Partì per la missione il ragioniere
mentre iniziava l'atteso discorso
e si trovò da solo nel quartiere:
non c'eran macchine per via del Corso,
luci ogni tanto sol potea vedere
d'autoambulanze e mezzi di soccorso.
E finalmente giunse al bar del centro
ma ancor qualcosa gli gemeva dentro.
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