Ma che meravigliosa giornata. Come si fa a non rinascere
con un sole così? Mi sento nuova, ancora, dopo quasi vent’anni. Tanti… Ma non
voglio pensare al passato, in una mattinata come questa. Nuova, questo è
l’importante, e vergine. E un po’ mi dispiace, sì, per tutti gli schiavi del
passato, nostalgici di altre epoche e altre storie. Il futuro, bisogna guardare
al futuro, bisogna costruirlo. E chi può farlo se non persone nuove, come me?
Il futuro ha bisogno di me, il paese ha bisogno di me. E non è la prima volta.
Anche allora ero nuova e vergine, in un mondo uscito
sfiancato da una guerra mondiale, la prima. Ero circondata da tanti ragazzi
ardimentosi che cantavano la giovinezza e le faccette nere combattendo la barbarie del
comunismo. Erano belli, tutti vestiti di nero, e volevano ricostruire la Patria
che i vecchi politicanti avevano svenduto. Si doveva far risorgere l’Impero,
quell’Impero che ci spettava per storia e diritto, quel diritto che noi avevamo
inventato. Erano anni bellissimi.
Solo che poi sono un po’ invecchiata. E credo anche di
essermi data a qualcuno. Ma non importava perché poi, in una bella mattina di
sole come questa, appena finita la seconda guerra, mi risvegliai ancora nuova e
vergine.
Quanto erano belli e moderni quegli americani, coi loro attori
alti e interessanti. Come si faceva a non sentirsi rinascere? Promettevano la
luna, e mantennero la promessa. E ci hanno aiutati a sconfiggere quei comunisti
che volevano farci divorziare a forza, e chiudere le nostre Chiese e deportare
il Papa in Siberia. Erano anni spirituali, le messe la domenica mattina e il
bucato con la nuova lavatrice il pomeriggio. E la televisione, prima bianco e
nero e poi a colori. Chissà?, forse furono proprio quei colori che, a poco a
poco mi fecero capire che era passato un po’ di tempo. Quelle facce che, in
bianco e nero, mi sembravano tanto austere e importanti, a colori parevano un
po’ noiosette. E di cose da vedere , a colori, ce n’erano ormai tante, e
divertenti. La vita in fondo è una sola, va vissuta, in allegria. Mi sentivo un
po’ invecchiata, un po’ annoiata. Mi ero sposata, nel frattempo? Sì, forse, in
Chiesa, ma un bel giorno, luminoso e colorato, ritornai ancora nuova e vergine,
pronta, come solo le persone nuove possono fare, a ricostruire il Paese.
E lui era proprio colorato, azzurro, e simpatico.
Sorrideva e tutte le cose noiose diventavano una risata, una barzelletta.
Quanto mi faceva ridere, si vedeva che era l’ uomo delle cose importanti, la
televisione, il calcio, le belle donne, le belle case, lo shopping (si scrive
così?). I potenti di prima erano grigi, ma lui no, lui combatteva il comunismo
godendosi la vita come ogni persona dovrebbe fare, al mare, in villa. Sono
stati anni spensierati e molto divertenti. Ma poi cominciai ad avere la
sensazione che anche lui stesse invecchiando e che, forse, la vita se la
godesse solo lui. Ero stata con qualcuno? Con tanti, in effetti… D’altra parte,
bisogna pur far carriera.
E oggi, che meravigliosa giornata. Sono nuova, ancora, e
vergine. C’è chi parla ancora di sinistra o destra… Che tristezza: sono vecchi,
finiti. Ora bisogna costruire il futuro, e sono le persone nuove come me che
ricostruiranno questo Paese distrutto. Che bel sole.
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