Dal Vangelo di Marco : Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello".
«Ma non vi pare che questo Giovanni stia violando la mia privacy?».
«Non c’è dubbio, Erode.»
«Perché si interessa tanto a ciò che faccio a casa mia, nel chiuso delle mie stanze? Oh, eccolo che arriva. Dico a te, Giovanni, perché continui a criticarmi? Sarai forse invidioso?».
«Di te, Erode? Mai, ma la tua condotta scandalosa copre di vergogna e discredito l’intero popolo.»
«E perché mai il popolo dovrebbe essere screditato se io giaccio con Erodiade o con qualunque altra donna? E chi sei tu per giudicarmi? Ti credi forse perfetto?».
«No, tutt’altro, ma agli occhi degli altri popoli il capo diventa il simbolo dei suoi sudditi, e se quegli è corrotto, tale appare, agli altri, tutto il popolo che egli governa e regge.».
«Molti si comportano come me, ma tu solo me attacchi, perché sono il re. Se non lo fossi mi ignoreresti.».
«Tu lo dici, Erode. Perché è proprio a te, che sei capo, che è richiesto l’essere virtuoso. Non potrai mai ordinare ad un suddito di prendere l’armi e di andare a rischiare la vita per te, se quel suddito saprà, in cuor suo, di essere migliore di te. Se accetti la corona, devi accettarne il peso.»
«Sei solo un folle moralista, Giovanni detto il Battista. Rinchiudetelo, fatelo tacere.».
Come finì la vicenda lo sappiamo. Nel corso di una festicciola con avvenenti e discinte fanciulle a Palazzo Reale, Salomé, la giovanissima figlia di Erodiade, si esibì in una danza
particolarmente audace che conquistò il vecchio e lussurioso sovrano il quale, ormai perso il senno, promise alla minorenne qualsiasi cosa ella volesse. Sappiamo che, istigata dalla madre, chiese la vita di Giovanni il quale divenne, in conseguenza, San Giovanni, il Battista. E anche il Decollato, peraltro.
1980 anni dopo, mese più, mese meno.
«Signor Presidente, vi sono argomenti dei quali dobbiamo assolutamente discutere, sono della massima rilevanza per la Chiesa, non possiamo procrastinare oltre.»
«Comprendo, Eminenza. Lei forse pensa al fatto che non è il caso che presenzi a funzioni religiose avendo contratto due matrimoni e condotto una vita libera prima, durante e dopo ciascun matrimonio. Ma è una falsità. In realtà, Eminenza, ogni qual volta partecipo ad una funzione religiosa penso ad altro, glielo giuro sui miei figli. Non mancherei mai di rispetto alla Chiesa partecipando attivamente e con convinzione ad una funzione, mi creda.»
«E’ un tema alquanto complesso, ne convengo, ma la Chiesa è angustiata da altri e più rilevanti problemi.».
«Allora saranno le voci che mi dipingono come un corruttore di giudici ed un evasore. Eminenza, sono solo dicerie senza alcun fondamento, completamente false: ho personalmente provveduto a prosciogliermi da tutte le accuse che mi riguardavano.».
« Si tratta di problematiche non nuove, Signor Presidente, ma la Chiesa oggi è gravemente turbata per un’altra questione.».
«Capisco, Eminenza, certamente allude a quelle ricostruzioni del tutto fantasiose e lontanissime dalla realtà secondo le quali avrei avuto rapporti sessuali a pagamento con minorenni. E’ assolutamente falso: non erano minorenni ma aspiranti maggiorenni, tant’è che ora lo sono diventate.»
«Questo a cui accenna è in effetti un argomento delicato, molto delicato, ma altro è il cruccio della Chiesa. Ricorda, vero, quella questione dell’Ici?».
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martedì 22 febbraio 2011
lunedì 7 febbraio 2011
L'ultima bottiglia
«Ne è rimasta ancora, di quella lasagna?».
«Sì una teglia. Ma hai ancora fame? Abbiamo appena finito il gelato.».
«Portala, portala, prima dell’amaro ci sta benissimo.»
«Non so se è il caso, è l’ultima: poi non ne resterà più niente per chi arriva più tardi.».
«S’arrangeranno, ne cucineranno un’altra.».
«E come? La pasta è finita, e mancano anche molti altri ingredienti.».
«Vuol dire che mangeranno qualcos’altro. Non di sola lasagna vive l’uomo. Dai, portala.».
«Non mi sembra giusto, dovremmo pensare a quelli che vengono dopo.».
«Sono in grado di pensarci da soli, hanno tutto il tempo per farlo. Ma, prima dell’amaro, ora che ci penso, c’è ancora un po’ di vino?»
«Una bottiglia, solo una.».
«Ce la faremo bastare.».
«Così rimarranno anche senza vino!».
«Berranno birra, si vive anche senza vino.».
«Si vive, sì, ma si vive peggio».
«Inventeranno qualcosa, s’arrangeranno, sono giovani.».
«Non dovremmo fare così, non possiamo finire tutto».
«E perché no? È roba nostra, in fondo.».
«A dire il vero molte cose le abbiamo trovate quando siamo arrivati qui.».
«Appunto: ora sono nostre.».
«Certo, ma forse potremmo anche noi lasciare qualcosa a chi sta per arrivare.».
«Ci manca solo questo. Già prendo una miseria di stipendio, almeno mi tolgo qualche soddisfazione.».
«E allora? Ho rubato, forse?».
«No, ma questi che stanno per arrivare nemmeno sanno cosa sia uno stipendio, e la pensione forse non l’avranno proprio, neanche a 75 anni.».
«Con tutti i problemi che ho io, non è certo il caso di affliggermi con quelli degli altri. E poi, hanno vent’anni, trent’anni, beati loro. Sai cosa darei, io, per poter avere quell’età? E dovrei compatirli? E dovrei rattristarmi per loro? Ma figurati! Buona questa lasagna, peccato che sia finita. Non trovi che faccia un po’ freddo? Aumenta un po’ il riscaldamento.».
«Ci credo che hai freddo , con le finestre spalancate.».
«Non mi piace l’aria viziata. Per piacere, alza la temperatura.».
«Mi sembra uno spreco, e non saremo noi che pagheremo la bolletta.».
«E allora? Devo morire di freddo?».
«Ma se accostassimo le finestre?»
«E poi morire soffocato?».
«Esageri sempre. Non possiamo esaurire il combustibile solo perché hai paura di morire soffocato».
«Come? Sta finendo il carburante?».
«Temo di sì, non ne rimane più per molto, ormai.».
«E che fine ha fatto?».
«L’abbiamo consumato.».
«Ma ne rimarrà fino a che resteremo qua?».
«Sì, forse. Ma poco oltre.».
«Questo è l’importante. Dai, alza la temperatura, sto morendo di freddo.».
«Così finirà prima e non ne resterà nulla…».
«E le lasagne sono finite, e il vino è finito, e il carburante sta per finire. Per non parlare di tutto quello che è terminato prima. E come mai? Un tempo, di questa roba, ce n’era in abbondanza. Te lo dico io cosa è successo: sono stati i cinesi del piano di sotto. Prima che arrivassero avevamo di tutto.».
«I cinesi del piano di sotto? Ma se campano con una ciotola di riso a testa , e d’inverno sigillano le finestre e vanno in giro in casa vestiti come dei babbi Natale!».
«Sono stati i cinesi, te lo dico io. E ora alza un po’ la temperatura, l’aria che viene da fuori stasera è fredda e rischio di ammalarmi. Comincio ad avere un’età.».
Pubblicato sul numero 103 di Ucuntu
e su
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